Sherlock Holmes e l'avventura del judoka sfortunato by Enrico Solito

autore:Enrico Solito
La lingua: ita
Format: azw3, epub
pubblicato: 2016-01-11T23:00:00+00:00

Note

4Suicidio rituale.

Capitolo 6

I due si avviarono al centro del quadrato, inchinandosi cerimoniosamente poi la situazione precipitò tumultuosamente: si affrontarono, afferrandosi il kimono. La lotta ebbe inizio, per terminare subito dopo. Ricordo ancora con stupore come l'anziano lottatore scaraventò a terra senza nessuno sforzo apparente il ben più prestante Inazo Nitobe e lo abbrancò alle spalle, in quella che doveva essere una mossa di finto strangolamento.

– Mio Dio Holmes! La stessa mossa di Masamichi, ci giurerei… è una punizione! È un'esecuzione, e Inazo Nitobe ci si è sottoposto. Non ha fatto nulla per evitarlo, non reagisce!

– È la giustizia Watson.

Ma non eravamo ancora all'epilogo. Posto dietro all'avversario, con le braccia intorno al collo dell'altro, Nogi Yamagata allargò lentamente le braccia, senza eseguire la mossa. Lasciò Inazo Nitobe inebetito, in ginocchio sul tappeto, e senza una parola si alzò e tornò al suo posto. Inazo Nitobe, pallidissimo, si girò attorno a scrutare il volto dei suoi compatrioti, che evitarono il suo sguardo. Poi si alzò e fuggì via.

– Lo ha umiliato, Watson, disonorato. Non è degno di morire in combattimento.

– E che farà allora?

– Si ucciderà con un coltello nel ventre, l'unico modo di riacquistare il suo onore: ma da solo, senza il conforto di nessuno. Non ha altre strade per salvare il suo onore, dopo esser stato scoperto. Questo è il bushido, il loro codice di cavalleria. Andiamo, Watson, debbo ringraziare Nogi Yamagata. È lui che mi ha dato l'indizio determinante.

Ci avvicinammo all'anziano giapponese e Holmes chinò la testa di fronte a lui, con un moto secco. Sul viso del vecchio, piegato dal dolore, spuntò un pallido sorriso.

Nel nostro appartamento in Baker Street quella sera Lestrade ascoltò a bocca aperta la spiegazione del detective.

– Masamichi aveva scoperto di essere molto malato. Non avrebbe fatto in tempo a tornare in patria e sarebbe morto in terra straniera, in un modo terribile. Decise di affrontare la morte del guerriero, il suicidio rituale, in cui il samurai si fa aiutare da un amico. È un grande onore essere scelti per tagliare la testa al samurai mentre egli si conficca un coltello nel ventre, in modo da impedirgli di soffrire e di morire scalciando, in modo disonorevole. Ma chiedere questo a Fathernot, il suo allievo prediletto, lo avrebbe esposto per la legge inglese a una imputazione per collaborazione a suicidio, una faccenda grave. Così Masamichi decise di mimare un incidente, ma in modo che chi fosse in grado di capire, gli esperti di Ju-Jitsu del suo dojo, comprendessero. Fece un grande onore a Fathernot scegliendolo, apparentemente perché provava con lui tecniche pericolose ma in realtà perché lo aveva scelto come kaishakunin, colui che aiuta l'amico a morire. Quando Fathernot ha cominciato la stretta, lui ha voltato la testa dalla parte sbagliata, verso il braccio del compagno e non dalla parte opposta come avrebbe dovuto fare:5 è morto in pochi secondi.

– E la lettera?

– Voleva evitare che Fathernot fosse incolpato, non dagli esperti che avrebbero certamente capito cosa era successo, ma dalla polizia. Non poteva certo aspettarsi che Inazo Nitobe tentasse di giocare quel tiro e facesse sparire la sua dichiarazione.

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